III Categoria

 

ASTRA – BASILICANOVA   1-1

 

 

Non è facile parlare di questa partita che volevamo vincere ed invece abbiamo pareggiato a fatica.

Non è un momento felice, gambe , testa e anche fortuna non rispondono bene.

Ho parlato di fortuna e non voglio essere frainteso: non meritavamo di vincere e non abbiamo vinto.

Resta però il dubbio che in momenti diversi la punizione del Simo si sarebbe insaccata a fil di palo invece di stamparcisi contro e l’arbitro avrebbe visto e penalizzato il fallo di mano in area  della barriera avversaria sempre su punizione del Simo.

Due conclusioni verso la porta avversaria nell’arco della partita non giustificano certo lamentele per la mancata vittoria che ci sarebbe servita ma che non cambia molto per il nostro campionato in cui gli scontri tosti devono ancora venire.

I due gol della partita non diciamo sono invenzioni, ma scelte dell’arbitro.

Il 6 avversario che di cognome fa Pescatori, e questo se non  altro spiega perché l’arbitro abbocchi così facilmente, si lascia andare giù come un sacco di patate nella nostra area dopo aver ciccato una girata. Rigore trasformato e 1-0 per il Basilicanova.

Due minuti dopo tiro nell’area avversaria e il difensore del Basilicanova devia con un braccio: volontario, involontario, staccato od attaccato al corpo sono sofismi che lasciamo alle moviole.

Rigore per noi e il Mambro giustifica la sua presenza in campo infilando il portiere avversario. 1-1.

Potrebbe essere finita qui  se non fosse che l’arbitro, giovane e per molti versi capace, si perde per strada un fuori gioco macro ( diciamo 5-6 metri ) dell’attaccante avversario. Marco ci mette una pezza.

Abbiamo tempo e modo di rifarci e di lasciarci alle spalle l’immagine emblematica del Trap che tutto solo non trova di meglio che alzare un campanile all’indietro senza senso, sintomo di una perduta tranquillità.

Ragazzi, nessuno vi obbliga a vincere. Non siamo così ipocriti da affermare che il campionato non ci interessa, ma ci interessa di più il vostro stare insieme sereni , il piacere, e non il peso, di giocare che soli vi possono portare a dare sul campo il meglio di voi stessi.

Mister, e se per questa settimana invece di allenamenti di calcio organizzassimo battute di caccia alle bellezze nostrane che tornano a sbocciare con l’arrivo dei primi tepori primaverili, una bella cena o una gita fuori porta, cosa ne dici?

Si intende fuori porta non in quel di Basilicanova dove non ci amano. Si perché la cosa che ancora mi pesa da domenica non è il pareggio, ma l’astio che ho visto in alcuni componenti la squadra avversaria. E al domatore, pardon, all’allenatore della squadra avversaria, che ci rinfaccia di lamentarci del canto che si leva dal loro spogliatoio rammentandoci di avere a nostra volta cantato al termine della partita di andata, ricordo che il canto che si levò quel giorno era il nostro inno e non un canto di dileggio degli avversari.

Ricordo con piacere il terzo tempo di domenica scorsa a Montecchio in una squadra popolata di gente del sud e di nord africani in cui le mani si strinsero con piacere e sincerità. Ricordo con meno piacere questo terzo tempo, ma siccome ogni cosa ha la sua eccezione è giusto ricordare con rispetto il 5 e capitano della squadra avversaria che si è distinto oltre che per capacità di giuoco anche per equilibrio in campo.

Ci vediamo domenica a Sorbolo e comunque vada nulla potrà rovinare la nostra splendida avventura.